WEEK END PERFETTO PT2

WEEK END PERFETTO PT2
Ci dirigiamo verso la camera da letto, gli accappatoi assorbono l'umidità del bagno appena terminato, le luci sono perfette e l'arredamento è veramente regale. Ed eccolo il letto, veramente superiore a ogni mia aspettativa. Un baldacchino enorme, alte colonnine in legno dorato sorreggono un telaio su cui si drappeggiano mollemente molti metri di stoffa pesante, damasco lucido a disegni classici, con tutti i toni del rosso e dell'oro, e degli effetti brillanti in argento e altri colori che non avevo mai visto.
La testata del letto è imbottita, con un tessuto simile a quello usato per il baldacchino. I cuscini, quattro, ben sistemati sotto la testiera sono più grandi dei normali guanciali e sono rivestiti con delle federe lucide. Mi accorgo ora che le federe e le lenzuola sono in seta morbidissima, liscia e lucida di un delicatissimo color champagne. Le tocco, scosto i lembi superiori e un delicato fruscio accompagna il loro movimento. Mi accomodo su un lato e Stefano si siede a fianco a me. Mi guarda con occhi brillanti, un sorriso smagliante e un'aria maliziosa e birichina. Non so come si sia potuto permettere un posto simile, ma non importa, i sogni vanno vissuti fino in fondo, senza porsi troppe domande. Ci stendiamo in quel letto favoloso, lasciamo cadere gli accappatoi e ci facciamo avvolgere dall'abbraccio della seta, una sensazione che non si scorda facilmente, soprattutto vissuta in quel modo e sui nostri corpi nudi. Stefano mi abbraccia, avvicina il suo viso al mio e mi sussurra poche parole dolci. Lo zittisco con un bacio, anzi una serie di baci sulla bocca e tutto intorno, sul viso, sulle guance, sul mento e sul collo.  Mi invade una tenerezza infinita, una beatitudine ai massimi livelli, quasi mi viene da piangere, e Stefano se ne accorge, mi stringe forte nel suo abbraccio e mi dice: "Piccola... va tutto bene! Sono qui con te ora e la cosa migliore che possiamo fare è goderci questi momenti"
Penso subito che ha ragione, la nostra situazione è certamente precaria e pericolosa, non potrà mantenersi all'infinito. Chiudo gli occhi, mi svincolo dalla sua stretta, mi muovo nelle lenzuola apprezzandone la delicata sensazione di freschezza. Mi dirigo verso il suo ventre, lo accarezzo, trovo il suo pene, piccolo, nella posizione di riposo che gli spetta dopo aver tanto lavorato. Lo prendo in bocca delicatamente, lo adoro quando è così. Profuma di bagnoschiuma, non lo lecco, lo tengo solo stretto tra le labbra trasmettendogli il calore della mia bocca come un piccolo forno. Stefano si stira e si sistema supino, mi accarezza la testa e le spalle con entrambe le mani, io gli accarezzo le gambe. Il pene comincia a sentire il calore della mia bocca, lo lecco in punta, lo sento ingrossare, è una sensazione stupenda sentirlo così, un miracolo che si rinnova, che si sta rinnovando per me. Stefano mi spinge delicatamente, si gira, infila la testa tra le mie gambe, ecco, ora sono io a sentire il suo alito sulla mia lady, le sue guance tra le mie cosce. Siamo in una posizione tra le mie preferite, il 69, il numero perfetto per donarsi reciprocamente il piacere orale, e per bearsi dei profumi e dei sapori dell'altro. Stefano è bravissimo in questo numero e rinnova anche ora la sua bravura. Lecca piano la fessurina ancora chiusa, scopre subito gli angolini che mi fanno sussultare di piacere, il bottoncino del clito e l'entrata della vagina. Affonda ogni tanto tutta la faccia, quasi a volersi immergere in quella torta di panna che è la mia vulva. Rimane come in apnea, per dei secondi infiniti, fermo e immobile, anzi no, sento la punta della sua lingua che scava in profondità, con movimenti rapidi di pochi millimetri. Non sono indifferente a questo trattamento, l'eccitazione mi sale subito ai massimi livelli e un gridolino acuto rende palese i microorgasmi che cominciano ad arrivare. Lo voglio il mio Stefano, comincio a spompinarlo con foga, ormai è durissimo nella mia bocca e lo insalivo per bene, lo assaporo, percorro l'asta con la lingua, giro intorno alla cappella, lo succhio e lo stringo tra le labbra. Stefano si irrigidisce ora, mi sta leccando come un ossesso e mi sento tutta bagnata, mi spinge delicatamente interrompendo l'azione che sembrava ormai scontata. Mi spinge e mi fa raddrizzare il busto, scivola sotto di me rimanendo alle mie spalle, il suo pene duro è davanti a me ora all'altezza del mio ventre, capisco cosa vuole, mi sollevo ancora sulle ginocchia e lo prendo così a cavalcioni. Regolo l'entrata e scendo su di lui lentissimamente, lui tiene il membro dritto con due dita. Penetra piano e ogni centimetro mi sembra un trapano che sfonda la mia anima insieme al mio corpo, lo sento dentro che si fa strada nella mia lady come un coltello caldo penetra nel burro, la sensazione è che mi arrivi in gola, ma sono i brividi di piacere che mi percorrono la schiena e mi sconvolgono il cervello. Stefano comincia un movimento di su e giù che mi strappa altri piccoli orgasmi, ma si ferma, si sfila e mi guarda negli occhi. Mi dice: "ho portato il gel lubrificante, vorresti provare quello che..." Capisco cosa vuole, ne abbiamo parlato e abbiamo sempre rimandato a momenti più tranquilli e favorevoli. In effetti non riesco a immaginare una situazione più favorevole, e nonostante un residuo di paura rispondo: "...si lo voglio, ...ti voglio! facciamolo subito!" In un attimo compare il flacone del prodotto adatto, Stefano in piedi mi posiziona supina sul bordo del letto, le mie gambe sulle sue spalle, il suo pene all'altezza giusta. Una passata generosa di gel sul mio buchetto e tanto altro su tutta la sua asta. Pensieri contrastanti riempiono la mia mente, ricordo i racconti terrorizzati di alcune mie amiche sul dolore provato nelle loro esperienze, lo sento appoggiarsi con la punta proprio nel centro. "Ti prego fai piano!" lo imploro guardandolo negli occhi. "Tranquilla" mi risponde con l'espressione più dolce che mai ricordi sulla sua faccia. Spinge piano, il pene durissimo si insinua la dove mai nessuno ci aveva provato. Si ferma, mi accarezza le gambe, scioglie la mia tensione, mi sorride e avanza ancora, pochi millimetri. Sento come delle pulsazioni, il mio sfintere non cede, la sensazione è come di un muro da abbattere. Mi guarda sempre negli occhi, sussurra: "Carmen, tocca te ora, sai che devi spingere, dilatarti, rilassandoti al massimo, altrimenti sentirai dolore!". In quei libretti in biblioteca ho letto spesso le tecniche per il sesso anale, ma sono arrivata alla convinzione che ogni descrizione era incompleta, o forse addirittura romanzata, non mi fido e ora sono alla prova finale, provo a rilassarmi, comincio a contrarre e rilassare l'ano, e spingo leggermente. In effetti la cappella si insinua, il lubrificante fa strada, devo solo evitare di andare nel panico, devo rilassarmi ancora. L'asta durissima conquista altri millimetri, i miei esercizi di rilassamento stanno funzionando, lo sento duro e caldo, è una bella sensazione. Spingo ancora, ora è proprio il momento cruciale, mi sento invasa, dilatata, come squarciata lì. Dolore improvviso, aumenta, brucia..."ahi ! fermo!" urlo e lo spingo sul petto con le mani. "Sono fermo! Tranquilla, conta fino a dieci rimanendo immobile, poi riprendi a spingere ok?" Il suo sguardo è calmo e rassicurante mentre mi dice queste semplici istruzioni. Non lascia trasparire la benchè minima preoccupazione, passano i secondi e il dolore sparisce, riprendo a spingere e magicamente è tutto facile ora, come se si fosse aperta una galleria, che sia questa la perdita della mia verginità anale? La cappella è tutta dentro ora, potrebbe spingerlo dentro tutto in un colpo ma continua ad avanzare piano. Non sento un piacere definito, mi sento solo riempita di lui, appunto lui, Stefano mi sta prendendo come mai nessuno prima, è questo il mio piacere ora.E' tutto dentro ora, mi guarda sorridendo, sorrido anch'io, mi accarezza il collo e le tette, il ventre e le gambe mentre comincia a muoversi dentro di me, è una sensazione nuova, stimoli sconosciuti si fanno sentire nell'ano, nello stomaco, nella schiena. E' bello, scorre bene grazie al gel nonostante sia oggettivamente molto stretto rispetto alla vagina. Vedo Stefano che gode già visibilmente, il calore e la pressione superiori sollecitano il suo pene. Non so quanto resisterà, la mia mano corre verso il clito, mi accarezzo, voglio il massimo da questa esperienza e voglio mischiare insieme tutti i piaceri possibili, mi concentro e chiudo gli occhi mentre Stefano aumenta la velocità dei suoi movimenti io mi perdo in un orgasmo bellissimo, dal clitoride alle labbra, con lui dentro di me, nelle viscere. Insisto con la mano aperta sulla figa, strofino e l'operazione è più facile del solito, per la presenza del gel lubrificante tutto intorno e per la mia eccitazione massima, mi sto bagnando in maniera incredibile. Con le dita raggiungo anche il pene di Stefano, percorro il bordo dell'ano così oscenamente violato, meravigliosamente penetrato, scosso dalle sue spinte. Sento l'orgasmo montarmi dentro e Stefano che sussurra: "godi amore mio! godi per me, io sto venendo per te!" Spinge in profondità e sento le sue pulsazioni, dentro di me, incredibile culmine del suo piacere e orgasmo sconvolgente da parte mia, un tremito incontrollabile mi attraversa mentre il fuoco del suo seme mi riempie.
Mi accorgo che sto godendo in modo diverso, intensissimo e un lago di umori mi bagna le gambe. Stefano mi sta baciando le gambe, sa essere dolce e sensuale insieme in ogni momento, mi accarezza e mi stringe, si abbassa piano su di me e mi bacia sulla bocca, mi toglie quasi il respiro, rimaniamo così per un tempo infinito, non ricordo altro, abbiamo dormito stretti e sudati, soddisfatti  stremati e appagati.