Conosco Stefano ormai da molti mesi, lavora nella biblioteca britannica, è il mago dei manoscritti, il custode dei documenti su cui ho lavorato tanto l'anno scorso. Un giorno ero disperata, non riuscivo a ricostruire una sequenza di carteggi, secondari forse, ma importanti per la mia tesi di laurea. Fu allora che mi disse, con il suo solito fare gentile: "Il sistema informatico di ricerca ha dei buchi paurosi... ma io so come aiutarti, seguimi negli scantinati, consulteremo ogni cosa in modo diretto". Solo così, con il suo aiuto e molta fortuna, feci delle scoperte sensazionali e potetti accedere a documenti importantissimi e preziosi, la mia tesi era salva. Lui lo faceva in modo naturale, disinteressato, non immaginavamo che sarebbe nata una così bella storia tra noi. Avevo notato come mi guardava mentre passavamo interi pomeriggi tra gli scaffali e apprezzavo la sua prontezza e gentilezza ad ogni mia nuova richiesta. Una volta gli chiesi di consultare un argomento a caso, a sua scelta, tale da costituire una scoperta piacevole in quel mare di libri e documenti. Il mio amore per la filologia fu premiato: Stefano mi portò davanti ad un vecchio schedario, conteneva alla rinfusa tantissimi fogli e fascicoletti, alcuni veramente vecchi, altri più recenti: tutti racconti erotici, e di autori famosi! Si sa che gli scrittori nella storia hanno spesso avuto questo genere di divertimento segreto, solo alcuni sono giunti alla notorietà, ma la maggior parte sono finiti in qualche cantina o presso collezionisti anonimi. Io avevo davanti a me un vero tesoro, quasi quasi mi veniva voglia di cambiare l'argomento della mia tesi di laurea! In effetti a me piace leggere quel genere letterario, così mal rappresentato nelle odierne edizioni in libreria. Mi impossessai di quel materiale e comincia a leggerlo subito, mirabile esempio di rappresentazione del piacere e della bellezza dei rapporti tra uomini e donne. Una serie di racconti descriveva le donne, colte o popolane, nobili o borghesi, grasse o magre, giovani o mature. Un'altra serie di racconti era dedicata ai modi di accarezzare una donna, per provocarle gioia, pazzia, addirittura per ridurla in schiavitù. Altra serie di racconti sul piacere dell'uomo, sui modi per eccitarlo, per prolungare la durata dei rapporti, per torturarlo dolcemente senza fargli perdere il "turgore". Nelle settimane successive lessi tantissimo, appassionandomi a quello schedario, ai suoi contenuti e a quel linguaggio desueto, colto, sovraccarico di descrizioni come tutti gli scritti di molti decenni fa. Mi eccitavo nel leggere e Stefano era sempre presente, ma correttamente defilato, non mi aveva mai fatto delle avances, eppure eravamo soli per ore in quello scantinato.
Un giorno che ero particolarmente su di giri decisi di metterlo alla prova: era solo corretto, educato e discreto oppure non gli piacevo per niente? Lo faceva per non tradire la moglie (portava la fede al dito...)? Mi avvicinai e cominciai a leggergli un passo interessante di un racconto: "...la donna che sa cosa vuole, sa sempre come ottenerlo, e se una donna si avvicina ad un uomo con la giusta espressione sa esattamente come andrà a finire di lì a pochi minuti..." Non sapevo esattamente quale potesse essere la giusta espressione, ma mi sforzai di essere naturale, anche se ero audacemente vicina a lui. "Quel manualetto è uno dei miei preferiti" mi rispose calmo. "Scusa, ma allora vuoi dire che questi racconti, questi fogli li conosci tutti? Li hai già letti?" La mia espressione era ora tra lo stupito e il malizioso... "Siiiii, certo, e so anche cosa dice l'autore adesso che arriverai a pagina 25!" mi rispose con aria di sfida. Mi concentrai subito sull'opuscolo nelle mie mani, sottile e striminzito, la pagina 25 doveva essere una delle ultime! Ero sempre vicinissima a lui, potevo sentire il suo sguardo su di me, il suo respiro e il profumo della sua camicia. 17.... 18.... 19... fine. La pagina 25 non esiste, alzai gli occhi in tempo per vederlo avvicinare sempre di più, un bacio meraviglioso strozzò le mie parole, la sua lingua tenera si insinuò tra le mie labbra, dimenticai in un colpo ogni pagina e ogni descrizione, le mie braccia si avvolsero a lui e lui fece prese il mio viso tra le sue mani. Mi sentivo eccitata e confusa, lo avevo voluto, provocato, desiderato. E ora lo sentivo vicino, forte, dolce, eccitato come non mai. Continuammo a baciarci, mi accarezzò il collo, i capelli, la schiena, mentre io lo stringevo forte, apprezzavo il suo odore e il suo sapore, baciava come un dio. Scivolammo dietro la sua scrivania, non facemmo l'amore, ma ci toccammo e ci masturbammo per un tempo infinito, fu bellissimo e coinvolgente, eravamo al massimo dell'eccitazione e ci intrattenemmo come dei ragazzini, quelle coppiette che si vogliono e si desiderano al massimo, ma per una specie di impedimento o di rispetto reciproco, o di paura, non fanno ancora sesso completo.
Il giorno dopo ci vedemmo al solito posto, in biblioteca. Scendemmo negli scantinati con fare indifferente, ma ... Stefano mi stupì veramente quella volta. Sulla scrivania aveva sistemato dei fiori e aveva preparato due calici di cristallo e una bottiglia di spumante. Dietro uno scaffale aveva ricavato un giaciglio, una coperta coloratissima su una montagna di giornali impacchettati. Lo seguii senza fiatare, lo volevo quanto lui questo momento magico. E fu magico davvero! Dolcissimo nello spogliarmi, ogni cosa veniva naturale con lui, il suo corpo magro era teso, emozionato alla mia vista, e anche io ero emozionata, tesissima ma decisa, eccitata, vogliosa di sesso.
In effetti ero in astinenza da mesi ormai, pensai con un sorriso di avere le ragnatele in quel posto lì. Poi pensai che la mia vita sessuale fino a quel momento era del tutto insoddisfacente, le mie esperienze erano state deludenti, niente a che vedere con le descrizioni che avevo letto in quei racconti negli ultimi giorni! Stefano fu decisamente all'altezza. Non solo mi fece godere tante volte e in modi sempre diversi, ma metteva in ogni gesto una passione, una voglia e un coinvolgimento che non sembrava di fare l'amore con un uomo, ma piuttosto di seguire con il corpo e con la mente l'opera di un artista, un pittore abilissimo che dipinge la sua opera sul mio corpo, o uno scrittore che sa toccare come pochi le corde dell'anima tratteggiando il suo romanzo con le mani, con la lingua e con il suo membro duro. Da allora ci siamo visti regolarmente, poi mi sono laureata e con il master le mie visite nella sua città si sono fatte rare, difficili, forse per questo i nostri incontri sono sempre così meravigliosamente unici, coinvolgenti, appaganti. Oggi è un giorno speciale, siamo riusciti a ritagliarci un intero week end solo per noi. Io lo raggiungerò col treno all'ora stabilita, lui si è inventato un impegno straordinario per sganciarsi dalla famiglia. Scendo dal treno e lo vedo, impeccabile come sempre nella sua camicia candida, tra le mani ha un'orchidea enorme, dalle sfumature sensuali, come solo i fiori tropicali possono averne. "Carmen, sei bellissima, radiosa, ti voglio..." Mi sussurra ad un orecchio porgendomi il fiore. Io sono meravigliata da questo ardore, da questo suo immediato e inequivocabile messaggio. Lo bacio sulla bocca, è il mio Stefano e in quel momento non mi importa nulla del mondo intero. Ci dirigiamo verso un palazzo dall'aspetto austero, chiaramente lussuoso, Excelsior è l'insegna che giganteggia sul tetto. La nostra camera è una suite all'ultimo piano, tutta arredata con mobili in stile, grandi lampadari in cristallo illuminano la stanza, quadri alle pareti e ricche tende alle finestre, uno schermo gigante ci da il benvenuto, una coppa di fragole invita all'assaggio a fianco di un cestello di ghiaccio con una bottiglia di prosecco nel centro. Ma io ho Stefano, voglio essere sua e non mi importa del contorno, fosse un fienile o una tenda campeggio sarebbe uguale per me, ora. Lui mi si avvicina, senza dire una parola mi chiude gli occhi con un bacio delicatissimo, le sue labbra sentono tremare i miei bulbi oculari al di sotto delle palpebre, mi fa sempre impazzire quando mi bacia in quel modo. Mi sussurra di tenere gli occhi chiusi, mi accompagna per pochi passi, sento distintamente uno scroscio di acqua, abbondante, vicina. Nel frattempo comincia a baciarmi e spogliarmi, insiste a farmi tenere gli occhi chiusi, sa essere convincente, sono letteralmente persa nelle sue braccia e drogata dai suoi baci dolci, mi sto eccitando lentamente e so che in questo modo il godimento che seguirà sarà devastante, infinito. Siamo nudi entrambi ora, sento il suo corpo che continuamente sfiora il mio, il suo membro urta le mie gambe e sfugge ai miei tentativi di prenderlo. "Apri gli occhi..." mi dice finalmente. Meraviglia delle meraviglie, una vasca idromassaggio è pronta e fumante al centro di un bagno che è un trionfo di marmi e dorature, tappeti e specchi, profumi e lampade scintillanti. Mi porge la mano indicandomi gli scalini per entrare in acqua, li percorro aiutandomi, mi immergo nei getti già in funzione e mi lascio massaggiare dalle bolle d'aria. Mi invade una sensazione di beatitudine e di ammirazione, Stefano ha superato ogni aspettativa in quanto a organizzazione. Lui mi raggiunge in acqua, si immerge dietro di me e mi abbraccia visibilmente contento e con sguardo sognante. Il suo membro è sempre duro, lo sento chiaramente premere dietro la mia schiena. Mi giro mi immergo, lo cerco e lo trovo sott'acqua con le labbra, lo prendo in bocca e lo tiro delicatamente su. Finalmente fuori comincio a spompinarlo con foga, lo voglio, lo lecco, lo succhio per tutta la sua lunghezza, lo mordo quasi a volerlo staccare, strappo a Stefano dei sussulti di sorpresa. Mi giro ora, mi posiziono carponi con l'acqua che mi sfiora il viso e lo spettacolo del mio posteriore bagnato in attesa... attesa breve, anzi brevissima. Sento Stefano che mi accarezza tutta la figa con il suo membro duro, la percorre in ogni direzione, allargando le labbra, stimolando il clito, immergendo il glande negli umori ormai abbondanti. Con un dito percorre il solco delle natiche, si sofferma sul mio buchino, lo preme leggermente mentre sento avanzare il pene con decisione dentro di me. Mi manca il respiro mentre una sensazione di leggero bruciore mi fa sentire aperta, dilatata, posseduta. Piccoli colpi ora mi strappano gemiti di piacere, come uno scalpellino sbozza la sua scultura Stefano plasma il mio piacere, colpisce il mio cervello con lampi di goduria, accende il fuoco dentro di me. Penetra il dito nel mio culetto, lo stimola e lo esplora, sento il contatto tra il dito e il pene di Stefano attraverso quella pelle sottile che separa i due canali. Sono in delirio, sto godendo di quei colpi, sto godendo per i getti dell'idromassaggio, sto godendo nel sentimi presa, nel sentire le sue mani su di me, nel muovermi oscenamente penetrata, urlo, gemo e godo violentemente, come non mi era mai successo.
Lui si china su di me, mi sento coperta, avvolta mentre lui mi prende i seni, li strizza delicatamente, li accarezza tutta. Mi sfilo, è ancora duro, non ha goduto fino alle estreme conseguenze, mi accompagna e mi adagia sul bordo della vasca. Non è un bordo scomodo, anzi è uno scalino largo, liscio, mi posiziono su un paio di asciugamani morbidissimi, allargo le gambe e offro la mia figa a Stefano, lo guardo intensamente negli occhi. Lui si china a baciarmi sulla bocca, e nel mentre mi penetra davanti tenendomi una gamba leggermente sollevata. Sono ancora eccitata e la nuova posizione mi regala altri orgasmi, ravvicinati, intensi, sconvolgenti. Lui si irrigidisce ora, spinge e stringe gli occhi in una smorfia quasi di dolore... ma è il suo piacere, una vocale strozzata accompagna le sue spinte, io mi aggrappo al suo collo e mi prendo la mia parte, accolgo dentro di me il succo caldo, lo sento invadermi, lo stringo nella vagina, sento ogni battito, del suo pene, dei muscoli del mio ventre. La mia faccia si appoggia alla sua, il suo respiro è rapido e le vene del suo collo sembrano scoppiare, ascolto il suo cuore, la sua tensione, tutto l'amore tra di noi.