Passavano giorni in cui, per varie ragioni, non potevamo stare insieme, non avevamo tempo per noi. Mi mancava fisicamente. Mi mancavano i suoi baci, le sue carezze, il suo sesso. Lady mi faceva male, un dolore continuo che non mi dava tregua, solo lui riusciva a darmi sollievo. Ero entrata nel circolo vizioso della dipendenza sessuale.
L iter della doccia mattutina era cambiato. Durante le crisi di astinenza mi masturbavo sotto una cascata di acqua fredda.
In una notte come tante, l ho sognato, ne ricordo pezzi sconnessi: la prima volta a mare, seduta sulla sabbia, tra le sue braccia, la sua mano tra le mie gambe, gli slip spostati appena, le sue dita mi hanno portato all orgasmo, l altra mano tratteneva il mio corpo, non voleva mi allontanassi "mi piace come godi, mi dai soddisfazione" mi sussurrò; in un letto dalle candide lenzuola le sue labbra incollate alla mia lady, sentivo lo schiocco dei suoi baci, vedevo i suoi bellissimi occhi aperti in una espressione persa, a volte chiudeva piano, gemevo, inarcavo il corpo, provavo ad allontanarmi ma con le mani tratteneva il mio bacino; sotto la doccia, lunghi interminabili baci. . .
Il mattino seguente, solito dolore, al centro tra lady e l ombelico, là dove inizia il formicolio che esplode in orgasmo.
La pelle bianca lucida per le piccole goccioline di sudore, avevo bisogno di coccole, avevo bisogno di una bella, profumata e sensuale doccia fredda. Provai ad abbassare gli slip, mi si erano incollati addosso, come un desiderio morboso. Incastrati alle caviglie, caddi, aggrappata goffamente alla tenda della doccia, stavo ancora dormendo, stavo ancora sognando. Lanciai un urlo con bip incorporato.
Lasciai scivolare la camicia da notte avorio che accarezzò il mio corpo nudo ed eccitato.
Con un calcio tutt altro che elegante, la allontanai, mi appoggiai al muro feci scorrere l acqua sul viso. Respiravo piano, mi rilassai. L acqua scendeva dal collo all' incavo tra i seni, fin giù, su lady. Accarezzavo i seni morbidissimi, con la punta delle dita giocavo coi capezzoli eccitati, tesi, duri. Passai il palmo della mano su tutto il corpo, sino ad arrivare al sesso. Era bagnato, tra le grandi labbra
colsi per assaggiare quel nettare di cui lui era goloso, Ummmm piace tanto anche a me, é così dolce ha un sapore delicato. Preparai la spugna con tanta schiuma alla frutta e la passai piano, ovunque. Mi soffermai su lady, su e giù, con mano ferma e leggera, dall' ano al clitoride, ancora . . . e ancora. . . sino a sentirlo teso, crescere tra le mie dita, sino a sentire la voglia che divampa.
Provai a pensare al suo piacere, tutto questo tra le sue labbra, sulla sua lingua, tra le sue mani, le sue braccia forti e il suo petto muscoloso.
Mi bruciava, tutto quello sfregare con la spugna e il bagnoschiuma mi provocava un'irritazione dolorosa, dovetti smettere nonostante mi piaceva tanto. Diressi il getto della doccia sul basso ventre, regolando la temperatura sul tiepido, allontanando ogni traccia di sapone. Ero eccitata, ormai in un punto di non ritorno, dovevo continuare a cercare il mio piacere, a soddisfare la mia voglia incontenibile. Il flacone del balsamo era lì, lo presi e ne versai un po' sulle dita e nel palmo della mano. Il balsamo è scivoloso, non irrita, la mia mano tornò verso la lady, presi a massaggiare tutta la zona, i pochi peli sul davanti, le labbra gonfie e sensibili, il bottoncino duro e giù, giù fino al buchetto posteriore. Quella crema è favolosa, rendeva tutto morbido e sensuale, profumo esotico, e un dito cominciò a scivolare nel mio culetto, quasi senza accorgermene si insinuava facilmente nel buchino, mi stupii ad insistere, mi sentivo strana, presi ad allargare, esplorare, premere tutto intorno. Mi piaceva, mi accucciai sulle caviglie mentre l'acqua mi inondava i capelli, il viso, quasi non riuscivo a tenere gli occhi aperti. In quella posizione continuavo a penetrarmi e massaggiarmi, coinvolsi l'altra mano. Apprezzavo la presenza del dito nell'ano e lo sentivo penetrandomi la lady.. battaglia di dita separate da quel sottile diaframma. Le dita nella lady si muovevano veloci, cercavano il piacere, il punto G, il fondo della caverna scura, spingevano l'utero da una parte e dall'altra, scosse di piacere mi scuotevano il ventre, flash improvvisi mi illuminavano il cervello. Ecco, il formicolio familiare cominciava a montare, arrivarono le ondate di piacere, le contrazioni della lady spinsero fuori le dita, la mia mano a cucchiaio accarezzava le labbra e spingeva forte sul clito, sollevai il viso verso il getto dell'acqua che mi toglieva il respiro. Caddi all'indietro nella doccia. Istanti eterni, seduta scomposta nella doccia, le gambe aperte quasi incrociate, l'acqua che scorreva abbondante sui seni e sul ventre, dilavava il mio piacere mentre il mio fiato affannoso si calmava lentamente.
Mi sentivo appagata, finalmente placida e spossata mi asciugai nel mio morbido accappatoio, mi strofinai i capelli e mi avvolsi la testa con un asciugamano, mi buttai sul letto, assaporando il piacere appena provato, chiusi gli occhi e mi avvicinai a Morfeo.