CARAMELLA
Stamattina Roberta mi ha invitato a fare colazione con lei. Un semplice messaggio su wathsapp, ma se qualcuno mi avesse osservato mentre lo leggevo, avrebbe visto il mio viso illuminarsi e le mie labbra incurvarsi in un sorriso di genuina contentezza. I nostri incontri sono sempre "speciali", che si tratti di un saluto veloce o di una giornata da passare insieme.
Annullo in fretta un paio di appuntamenti e le chiedo di indicarmi il bar dove vederci, sono le nove del mattino e ho proprio voglia di mangiare qualcosa, niente di meglio di un bel cornetto caldo con il caffè in compagnia della mia amata Roberta. Il messaggio di risposta è una mappa di Google, la posizione esatta dove vederci? Non ricordo bene quella zona della città, ricordo solo che c'era un cinema da quelle parti. Non ci penso troppo su, mi faccio aiutare dalla tecnologia e avvio la navigazione automatica verso il posto indicato.
Arrivo in posizione in poco meno di quindici minuti, mi guardo intorno e vedo solo quel vecchio cinema, nessun bar, nessun ristorante o albergo, niente di niente. La chiamo al telefono con l'intenzione di manifestarle il mio disappunto:
"Ciao Roberta! Ma dove mi hai fatto venire? Dove sei? Non vedo alcun posto qui per prendere il caffè, e poi sai che la mattina ho voglia anche di un pasticcino..."
"Tranquillo Ciccio, sei già arrivato vicino al cinema? Guarda alla sinistra del portone, c'è un vicoletto, percorrilo per una ventina di metri e troverai un piccolo arco in pietra, entra e sali la scala che vedrai di fronte a te, ti sto aspettando!"
Vedo il vicolo, stretto e lastricato in pietra, mi incammino dopo aver parcheggiato lì vicino. Sembra un posto strano, d'altri tempi, basta percorrere pochi metri e ci si trova immersi in un'atmosfera calma e silenziosa. Il traffico frenetico e rumoroso della strada principale sembra già lontanissimo, le vecchie case hanno tutte le finestre aperte e si scorge qualche vecchietta intenta nelle faccende domestiche.
I muri sbrecciati e le persiane di legno dalla vernice scrostata danno ad ogni abitazione un aspetto vissuto e antico, non immaginavo proprio che ci fosse un pezzo di storia di questo tipo in questa parte della città.
Trovo l'arco di pietra che mi ha descritto Roberta e, subito dentro, la scaletta minuscola: ci passa a malapena una persona. I gradini in pietra levigata lasciano intuire una recente e attenta ristrutturazione, il portoncino in legno dipinto di verde è infatti nuovo, ma rispettoso dello stile generale del centro storico. Roberta mi apre e mi fa entrare subito, e sono avvolto dal profumo di un caffè appena fatto.
"Ciao amore mio, il caffè è appena uscito, vieni!"
Una semplice stanza quadrata con un bel divano e un tavolino, subito a fianco si vede la cucina strettissima ma funzionale, con il gas acceso sotto la moka gorgogliante. Roberta spegne la fiamma e comincia a servire il caffè, presentandomi anche un vassoietto con alcuni cornetti e pasticcini alla crema.
"Roberta, è molto carino qui, ma spiegami, di chi è questa casa?" - le chiedo sorseggiando dalla mia tazzina.
"Questa casa è stata appena ristrutturata, i lavori sono stati seguiti da un mio amico architetto, come vedi ha fatto un ottimo lavoro! Ora il proprietario, che si trova all'estero, la vuole vendere, e io sono incaricata di fare alcuni rilievi fotografici e disegni. Così mi hanno dato le chiavi e posso disporne per qualche giorno. Ho pensato a te, a noi... ho fatto bene?"
La mia Roberta, felice come una ragazzina che ha appena ricevuto un regalo, ma con lo sguardo malizioso che conosco bene, mi ha pensato, ha pensato che questa deliziosa casetta potesse diventare il nostro nido segreto, almeno per questa mattina!
"Certo che hai fatto bene amore, mi piace molto qui, ma... c'è anche una camera da letto, immagino"
In quel mentre lei apre una porta proprio alle mie spalle, appare un ambiente piccolo, poco illuminato, raccolto e arredato in modo semplice: un letto francese, un armadio, un comodino e una bella lampada di design. Un copriletto coloratissimo rende allegro l'insieme, mentre una bella riproduzione del famoso "Bacio" di Klimt riempie il muro al di sopra della testata del letto.
Roberta mi accarezza la schiena, interrompendo le mie riflessioni: mi trasmette una scarica di pura energia, un formicolio familiare che accende la mia mente e risveglia all'istante il mio desiderio. Mi volto e avvolgo le sue labbra con le mie, il suo corpo tra le mie braccia. Un bacio lungo, appassionato, intervallato da carezze al volto e al collo, e accompagnato da un abbraccio sensuale, tanto stretto da sentire ogni singolo bottone della sua camicetta sul mio torace, e il suo seno sodo attraverso il reggiseno sottile.
Non ricordo neanche come siamo finiti a letto, nudi e vogliosi, ad accarezzarci reciprocamente i sessi. Ricordo invece benissimo le calze autoreggenti di Roberta, indossate sotto la minigonna blu, un modello a rete di colore chiaro, a maglie larghe un paio di centimetri, e delle mutandine brasiliane in pizzo.
Ho sempre trovato molto sexy le calze a rete e Roberta lo sa, sono sicuro che le ha messe per me, per farmi eccitare subito, e in effetti sono già fuori di testa. Le ho accarezzato lungamente le gambe e le cosce, oltrepassando il confine della pelle lasciata nuda dalla fascia elastica delle calze. Le sensazioni vissute dalle mie dita in quel passaggio sono state favolose, subito amplificate nel passaggio successivo, l'elastico delle mutandine. Non ho voluto toglierle subito, le ho solo spostate un pochino, per favorire il passaggio della mia lingua tutto intorno alla sublime entrata, al soffice contorno del'umido passaggio, al timido nascondiglio del suo centro del piacere.
La mia lingua si è insinuata in ogni anfratto della sua splendida intimità, perfettamente depilata e delicatamente profumata di detergente intimo. Il profumo e il sapore hanno subito virato verso sentori decisamente più sensuali appena ho cominciato la mia esplorazione, la mia serie di baci e leccate in quel paradiso dei sensi, in quel concentrato di vibranti sensazioni.
Roberta ha subito apprezzato le mie attenzioni abbandonandosi a gemiti prolungati e allargando bene le gambe per favorire la mia azione. Ho inserito due dita in profondità e ho cominciato a massaggiarle il punto G con movimenti circolari, mentre con le labbra le ho circondato il clitoride succhiandolo ritmicamente.
Lei muoveva il bacino spingendosi verso la mia bocca, continuava a bagnarsi abbondantemente e io ho bevuto, mi sono ubriacato di lei, dei suoi umori e delle sensazioni del momento, finchè l'ho sentita emettere dei versi strozzati e la vagina si è stretta ritmicamente intorno alle mie dita e sulle mie labbra.
Non avevo alcuna voglia di abbandonare quel dolce antipasto e Roberta mi ha fatto cenno di continuare a baciarla lì, solo mi ha tirato per le gambe, e ci siamo posizionati in un perfetto sessantanove, io sotto e lei sopra di me.
Mi ha preso subito nella sua bocca calda e ha cominciato a succhiarmi e baciarmi, fino a percorrere con la lingua tutta la mia lunghezza, per poi ritornare a circondare il glande in un risucchio fantastico, come solo lei sa fare.
Io ho cominciato a penetrarla con la lingua, ritmicamente, spingendomi quanto più possibile in fondo alla vagina e raccogliendo ogni volta qualche goccia del suo miele. Ho desiderato di continuare così in eterno e ho immaginato come sarebbe avere una lingua lunga e grossa, come un vero membro, capace di penetrarla e farla godere intensamente e gustando il suo sapore in ogni istante dell' orgasmo.
Sento che anch'io sto godendo, le attenzioni di Roberta sono sempre efficacissime e rischio di venire troppo presto. La scosto piano e mi ritraggo, voglio qualcosa di più movimentato e la faccio mettere supina. Prendo un cuscino e lo piego in due, lo metto sotto di lei in modo da sollevarle il fondoschiena. Le sfilo le mutandine e mi posiziono davanti.
Le sue gambe impreziosite dalle calze, slanciate e aperte in una larga V verso l'alto, la sua apertura fradicia e pulsante di desiderio posizionata al giusto livello davanti a me, il suo volto in trepida attesa: un insieme esplosivo per me, per lei, per noi.
Mi spingo dentro di lei, lentamente saggio la posizione, le prendo le gambe e le stringo intorno alla mia testa verificando l'effetto, sentendo le sue pareti stringersi attorno alla mia verga. Comincio una serie di affondi decisi, rapidi, intensi. Il volto di Roberta è un tripudio di espressioni, stupore, tensione, piacere, stringe gli occhi per riaprirli subito in cerca dei miei, apre la bocca per gemere e guaire, quasi a testimoniare un piacere insopportabile. Mi tendo e mi appoggio con le mani ai lati del suo corpo, riprendo gli affondi in questa favorevole posizione e sento montare un piacere incredibile, coinvolgente, completo, in sincronia con il piacere di Roberta che sbarra gli occhi e spalanca la bocca pronunciando il mio nome tra i sospiri
"Ahhh... Ciccio... Ohhhh Ohhhhhh... Cicciooooo!!!"
Siamo un groviglio pulsante, un orgasmo cosmico, un concentrato di energia che esplode in un globo di luce bianca, delirio di piacere che si fà turbine, mentre esaurisco le ultime poderose spinte fondendo la mia carne alla sua, la mia mente in quel paradiso di fuoco.
Ci accasciamo e ci abbracciamo, guardandoci negli occhi ancora pieni di stupore, lasciandoci pervadere dalle dolci sensazioni del post-orgasmo.
"Quel cuscino... quella posizione, non ricordo niente di così bello e forte... fantastico!"- sussurra Roberta con un sorriso di felicità
"I cuscini sono alleati preziosi, e si possono usare in molti modi..." - rispondo.
La bacio teneramente e lei comincia ad accarezzarmi, il petto, le braccia, le spalle, il viso. Movimenti lenti, teneri e delicati, ma terribilmente sensuali, per minuti interminabili. Ricambio percorrendo la sua schiena, la sua pelle calda e liscia. Mi guarda con occhi sognanti e si avvicina, strofina dolcemente il suo naso al mio e posa le sue labbra più volte sulle mie guance, sulla mia bocca dischiusa, sul mento e sul collo. Adoro questo suo modo di dirmi che è stata bene, e sono stato bene anch'io, infinitamente bene, come ogni volta che ci incontriamo.
Il mio abbraccio è dolce e sensuale insieme, il suo volto a pochi centimetri dal mio, le sue labbra si stampano sulle mie ancora e ancora, come una potente calamita che attrae un materiale ferroso, l'attrazione è forte e inesorabile. Io dischiudo la bocca e percorro con la lingua tutto il contorno, poi mi fermo e le chiedo:
"Amore, ti và di provare una cosa nuova? Ho tutto l'occorrente nelle tasche del giubbotto!"
Roberta mi guarda con un sorriso che esprime meraviglia, non è la prima volta che ci facciamo reciproche sorprese, ma mi risponde:
"Va bene... basta che non sia nulla di doloroso o di estremo..."
"Ma no! Stai tranquilla, fai solo come ti dico e vedrai come una cosa piccolissima e innocente può rivelarsi... diabolica!"
Mi alzo dal letto e prendo un pacchettino da una tasca, sono caramelle, ne scarto una e la metto in bocca, è una balsamica Halls.
Subito torno a baciare la mia Roberta, le faccio sentire il forte sapore di menta, succhio e faccio ruotare il rettangolo zuccheroso fino a condividerne i succhi, fino a spingerla nella sua bocca per poi recuperarla poco dopo, allargo le labbra e lecco le sue, l'effetto balsamico si fa sentire forte e deciso, apre le narici e rinfresca la gola, creando un piacevole bruciore al suo passaggio.
Sono baci sensualissimi che ci scambiamo con desiderio e curiosità per questa dolce e rinfrescante variante, ancora non capisce dove voglio arrivare, ma lo capirà prestissimo.
Con la bocca piena di saliva al sapore di menta mi volto e mi posiziono con decisione a leccarla nuovamente tra le gambe. Spingo la lingua in profondità, allargo le labbra fradice e succhio il clitoride, soffio leggermente il mio alito e la sento contrarsi, l'effetto comincia a farsi sentire e infatti Roberta emette un gemito.
"Ti piace?" - le chiedo
"Mmmmm... da morire.... ma come ti è venuto in mente... ohhhh"
Torno a leccarla facendo scorrere la lingua piatta su tutta la vulva, stuzzicando il bottoncino con rapidi colpetti e succhiando ogni millimetro, mi stendo infine sotto di lei a ripetere il magico numero del testa-coda. Lei mi delizia succhiandomi in punta e regalando anche a me la sua bocca salivosa con effetto menta, il glande sembra scoppiare per il bruciore provocato da quell'essenza balsamica. Sento montare un orgasmo diverso, si irradia dal mio membro verso la schiena e le gambe, ma mi fermo, Roberta mi capisce al volo e si posiziona a quattro zampe.
La prendo da dietro con impeto leonino, le spingo dentro l'asta bruciante, il mio bruciore sul suo bruciore, fuoco su fuoco ad infiammare il più bello degli amplessi, ad incendiare il più focoso orgasmo, in un turbine di fiamme e gemiti convulsi. Schizzo il mio piacere, mi sciolgo dentro di lei mentre lei urla il suo orgasmo, le mie mani strette sui suoi fianchi, le mie dita affondate nella sua carne.
Ci ritroviamo nuovamente ansanti e abbracciati, felici di esserci donati totalmente l'un l'altro, come sempre.
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Nota dell'autore: La caramella balsamica è una "gustosa e fresca" variazione sul tema "orale". Una sua caratteristica è quella di farsi "sentire" sulle parti interessate anche molti minuti dopo...