Mi abbraccia come se ci conoscessimo da anni, in effetti è la prima volta che ci incontriamo dopo i nostri accordi sommari: solo sesso, dobbiamo divertirci e basta.
Mi bacia, la bacio, ha il sapore del desiderio, le nostre lingue si intrecciano e i nostri corpi cercano il contatto più ampio possibile, è calda e fremente, ma disinvolta e decisa, la stringo forte, voglio sentire le sue forme generose, il suo profumo delicato, i suoi capelli che mi solleticano la fronte e le guance.
Il mio desiderio si fa sentire chiaramente, preme sul suo ventre, se ne accorge e sorride, maliziosa sposta una mano sul mio pacco, mentre già le sbottono il reggiseno. I miei baci non le danno tregua, si susseguono impertinenti e vogliosi su ogni angolo della sua bocca, avvolgo la lingua alla sua, esploro le labbra e le guance, scendo sul collo e sotto al mento mentre lei stira la testa all'indietro con un gemito.
Le mordicchio un lobo mentre insinuo le mani sotto la camicetta, accarezzo la schiena e lei già mi abbassa la zip. La mia erezione fa capolino, ma mi volto un momento, voglio spogliarla e spogliarmi a mia volta, meglio essere liberi da ogni impedimento, il letto è a due passi e ci ritroviamo abbracciati, distesi, lei con ancora indosso una magliettina trasparente, rossa, sensualissima, le dona un'aria da troia vogliosa che mi fa impazzire, che sconvolge i miei sensi e il mio cervello.
La sua pelle bianca risalta sotto quel velo sottile, lo sposto per esporre i seni, magnifici, dai capezzoli piccoli e rosei al centro dell'areola chiara. Li succhio, li mordo, li stimolo, sono miei e lei me li offre in dono entrambi spingendomeli in bocca senza ritegno, geme e sussulta, mentre io mi beo di quell'antipasto goloso, affondo la faccia e scendo nel mezzo, percorro una strada ideale fatta di baci umidi sul ventre e sul monte di venere perfettamente depilato che mi conduce alla sua intimità già pronta a ricevermi.
Devio all'ultimo, giro intorno e lecco l'interno coscia, vicinissimo alle labbra, allargo con le mani l'apertura, passo veloce a raccogliere gocce dei suoi umori che già sgorgano copiosi, massaggio la zona, tiro e stiro, si scopre, si apre leggermente lucida, non resisto, affondo la lingua nel mezzo, poi sul bottoncino, poi ancora giù, poi sù e di lato, infine succhio con decisione il suo centro del piacere.
Geme e si contorce, grida il suo piacere e mi tiene la testa in posizione, ma non ho alcuna intenzione di spostarmi ora. Ogni suo gemito mi fa godere, ogni suo spasmo è un incentivo a continuare, ogni goccia finisce sulla mia lingua mobilissima e insaziabile. Mi metto comodo davanti a lei, tra le sue gambe, mi godo il momento, anzi, i minuti di questa magnifica leccata, aggiungo due dita al gioco, sprofondano lente in profondità e cominciano a roteare tra le pareti membranose e calde, il punto G è lì che aspetta.
Reagisce con un orgasmo, prolungato, intenso, bellissimo, sottolinato dagli spasmi attorno alle mie dita, dai tremori sulle mie labbra, dai versi sconnessi che gli muoiono in gola, dagli umori che mi inondano la lingua. Non mi sposto e anzi continuo la mia opera con le dita e con la lingua, riprendo a succhiarla e a pomparla in ogni modo, non mi fermerò neanche se mi dovesse pregare, voglio insistere fino allo sfinimento.
Non sembra avere alcuna intenzione di farmi fermare, anzi continua a godersi un orgasmo dopo l'altro, in un continuo di eccitazione infinita. Mi fermo e mi sollevo, la bacio rapido, assaggia anche lei il suo sapore e geme, mi spinge all'indietro fino a farmi stendere, ora è lei a percorrere la strada verso la mia erezione, l'afferra con una mano e la dirige direttamente in bocca donandomi una sensazione di immediato calore con decisi passaggi di lingua sul glande.
"Lasciami fare, sono la regina dei pompini..." - dice, e non ho motivo di dubitare
Mi lecca e mi pompa in modo sublime, la osservo roteare la lingua intorno, abbassarsi a prendere tutta la lunghezza, succhiarlo e bagnarlo, poi ancora... ma non ce la faccio, mi si annebbia la vista per il piacere, mi lascio cullare e trasportare fin quasi all'orlo del punto di non ritorno, sembra proprio che voglia condurmi all'esplosione finale, ma mi faccio forza e mi ritraggo alzandomi in ginocchio.
"Voglio averti, voglio farti mia, adesso!" - è quasi un ordine quello che mi esce dalla bocca
"Sono tutta tua" - mi risponde, posizionandosi a pecora
Posizione scontata, penso, la spingo ad adagiarsi su un fianco, le tiro sù una gamba mettendomi a cavalcioni dell'altra, spingo l'asta verso la sua fessura, lubrificatissima, mi accoglie facilmente e ricomincia a gemere mentre mi muovo, affondo in lei, stretta e calda, accogliente e sensibile, la guardo e mi guarda con occhi di piacere e di sorpresa, spingo e mi ritiro, apre la bocca come a trattenere il respiro, spingo di botto fino in fondo, le nostre carni si scontrano di schianto, ma si sente solo il suo urlo di piacere, che riecheggia nella mia mente più e più volte, ad ogni affondo, ad ogni gradino che ci conduce al paradiso dell'orgasmo più bello e travolgente.
Mi accascio di lato a lei, il cuore a mille e il respiro di chi ha vinto la maratona alle olimpiadi. L'abbraccio e mi bacia, lentamente godiamo ogni momento, riacquistiamo ritmi cardiaci più tranquilli, la sua faccia sul mio petto, il mio braccio che la trattiene vicino.
"Le endorfine dell'orgasmo sono simili alla droga, ne sono dipendente, la droga del piacere sessuale" - le dico.
"Lo so" - mi risponde "anche io ne sono dipendente, e ne sono contenta, perchè è l'unica droga che sicuramente non fà male"
Ridiamo spensierati e cominciamo a chiacchierare, mi piace come la pensa su questo argomento e su tante altre cose, mi piace scoprire pian piano qualcosa della sua vita, la trovo interessate e l'ammiro per il suo spirito intraprendente e passionale.
Anche lei mostra di apprezzarmi e le racconto volentieri vari episodi della mia vita e alcuni dei miei hobby e interessi. Abbiamo tante cose in comune, nonostante evidenti e innegabili differenze.
Non abbiamo voglia di tornare alle nostre rispettive vite, non per ora, infatti lei prende a giocare con la mia erezione, che si fà subito pronta e svettante. Scende a baciarmi e comincia un pompino dal ritmo allegro e giocoso.
"Ho voglia di assaggiarti ancora, girati su di me, a sessantanove..."
Non se lo fà ripetere e mi ritrovo la faccia immersa tra le sue pieghe carnose, il paradiso in terra, lecco e succhio con gusto, saetto la lingua in profondità, poi percorro ogni millimetro di quella carne umida, ritrovo il bottoncino e lo succhio avidamente, lei apprezza e geme, e succhia il mio scettro riportandomi rapidamente verso vette elevatissime di godimento.
Non voglio finire troppo presto e mi sfilo a malincuore da quella posizione, ma rimango con la bocca tra le sue gambe, voglio vedere quanto riesco a farla godere stavolta.
Mi aiuto di nuovo con le dita, la penetro e mi accorgo di affondare in un mare di liquido, stà godendo e stà colando i suoi umori in quantità industriale, spingo in fondo e mi incita a fare di più, ruoto le dita dentro e geme come una gatta in calore, le tiro fuori e massaggio il buchino posteriore, lo sento cedevole e reattivo, spingo piano e affondo lentamente, lecco proprio lì, tra il mio dito che spinge e lo sfintère che cede, spingo un altro dito nella fessurina.
Magnifico, ho realizzato una doppia penetrazione e lei gode sempre di più, pompo le dita insieme, spingo e ritiro mentre lecco il suo centro, spingo e insisto e arriva l'orgasmo, gode e urla ancora, e ancora e ancora, non sembra possibile quanto sta godendo e quanto sono eccitato nel farla godere così.
"Ho voglia di venire, anzi voglio scoparti... ora!"
"Scopami forte, ti voglio!" - mi risponde
In un attimo sono su di lei, la tiro supina al bordo del letto con le gambe verso l'alto e mi posiziono in piedi, un colpo e sono dentro, un altro, poi un altro, poi un delirio di affondi decisi, veloci, profondi e forti, urlo anch'io il mio piacere, mentre lei urla il suo, il nostro orgasmo più intenso e sentito, certamente incredibile per l'incontro di desideri che abbiamo così meravigliosamente realizzato.
Ci ritroviamo nuovamente abbracciati, beati e sazi, meravigliati dalla perfezione di un sogno fatto realtà.
"Non vedo l'ora di rivederti..." - mi dice
"Sarà prestissimo, vedrai!" - rispondo.
INCONTENTABILE
E' una sfida con lei, ma forse è essenzialmente una sfida con me stesso, voglio portarla oltre ogni limite anche se sembra non averne affatto di limiti. Per questo mi sono attrezzato e voglio proprio vedere come andrà a finire.
Ci vediamo al solito posto dopo una serie interminabile di rinvii, ma non importa, siamo qui adesso e la luce che vedo nei suoi occhi mi ripaga di ogni attesa e mi preannuncia già la torrida temperatura che raggiungeremo questo pomeriggio.
Ci baciamo subito intensamente, le lingue si cercano e si abbracciano come animate da vita propria, le mie mani scorrono impazienti sul suo corpo inizialmente rigido, poi si scioglie e si muove sinuosa strusciandosi a me per aderire completamente ad ogni centimetro della mia pelle.
Ci spogliamo reciprocamente, le sue mani abili sotto la mia maglietta, le mie un po' impacciate falliscono lo sgancio del reggiseno, ma mi rifaccio subito sfilandole la camicetta e le calze. Scopro con piacere e meraviglia il suo body in pizzo bordeaux e non posso non ricordare l'impressione che mi fece la prima volta che la vidi: indossava una maglietta rossa terribilmente sexy, ed ora mi sembra ancora più eccitante, lo fà apposta ad agghindarsi così, seducente, maliziosa, sfacciata come una vera troia in calore.
I seni rotondi e turgidi mi fanno impazzire e mi fiondo a succhiarli e baciarli strappandole un gemito di sorpresa e piacere. Una mano corre verso il basso, ad esplorare la chisura inferiore del body. Sorpresa, tra l'umido dei suoi umori capisco che non indossa le mutandine!
"Sei follemente fantastica!" - le dico
"Mi piace come lo dici, mi piace quello che fai, mi piaci..." - mi risponde
Continuo a baciarla e ad esplorarla, le mie labbra percorrono le sue curve fino a raggiungere presto la sua intimità, affondo la lingua nel suo miele dolce, lecco e scavo ogni anfratto, bevo sorsi di quel liquore che non ubriaca, ma droga la mia mente incitandomi a continuare quell'opera, mi spingo in profondità, allargo con le dita la fessura e stimolo il suo centro fino a sentirla contorcere e gemere.
Trema dal piacere che sta provando, sembra perdere i sensi, ma trova con le mani la mia asta durissima e la tira dolcemente in una direzione inequivocabile, la prende finalmente in bocca.
La lecca e la succhia, mi bacia in punta e la fa scivolare in gola, bagnandola con dovizia per tutta la lunghezza. Comincia subito un pompino intenso, profondi e rapidi movimenti sù e giù con la testa, poi stringe forte con la mano alla base, poi ricomicia strusciando la lingua sul glande, e ancora lecca e percorre la circonferenza con abilità.
Mi sembra di perdere il respiro ad ogni suo affondo, mi si annebbia la vista e sento il calore spandersi tra le gambe e verso la schiena, faccio in tempo a ritrarmi quasi gridando:
"Aspetta!" - respiro forte - "Vuoi vedere le sorprese che ti ho portato?"
"Ohh... sìììì!!" - risponde contenta, poi però continua:
"Ma se sono soprese non voglio vedere, chiuderò gli occhi!"
"Giusto, anzi, stenditi qui per bene, supina, fidati di me"
La faccio stendere e le copro la faccia con un lembo del lenzuolo, poi le posiziono le braccia in alto e le spiego:
"Facciamo che tieni le braccia alzate così, qualsiasi cosa ti farò devi pensare di avere le mani legate alla spalliera del letto, non abbassarle mai, ok?"
"Va bene... ma non mi farai male, vero?"
"Shhhh... tranquilla... devi fidarti, e ricordati che sei... virtualmente legata!"
Respiro, sospiro, l'ammiro. Eccola qui, per me, tremante nell'attesa, nuda, esposta, indifesa, bendata e legata, sì, legata da corde invisibili, sono sicuro che non abbasserà quelle braccia, stà sperimentando cosa vuol dire attendere nell'incertezza, e io sto sperimentando un'emozione indescrivibile.
Rapido e silenzioso mi muovo attorno a lei preparandomi a farle provare quello che ho escogitato. Prelevo l'occorrente dalla tasca del giubbino, mi metto a cavalcioni su di lei, la mia erezione le solletica il ventre, ma lei aspetta in silenzio, senza muovere un muscolo, ha capito che deve aspettarsi qualcos'altro.
Prendo tra le mani il suo seno, lo massaggio profondamente, stringo le mie mani calde a saggiare la consistenza della sua carne e dei suoi deliziosi capezzoli, alterno movimenti circolari a lievi pizzicotti, mi aiuto infine con la bocca, succhiando e leccando le punte turgide e le rosee areole. Si contorce e mugola piano, le piace molto questo mio trattamento, si blocca poi sentendo il chiaro contatto con il mio dispositivo.
Lo sistemo con attenzione, la piccola apertura accoglie perfettamente il capezzolo bagnato dalla mia saliva, spingo dolcemente per farlo aderire bene, la tenuta deve essere perfetta per ottenere l'effetto desiderato. Infine tiro il pistoncino e il risucchio è forte e deciso, lei sussulta e piega leggermente i gomiti, geme, ma stende subito nuovamente le braccia. Regolo il risucchio tirando ancora più forte, infine blocco in posizione lo strumento.
Pochi attimi e anche l'altro capezzolo si trova intrappolato e risucchiato in un angusto cilindretto, innaturalmente risucchiato e allungato, in una scena perversamente eccitante, dal sapore decisamente sadomaso. Lei si agita e geme, mantenendo però le braccia in posizione. Scosto il lenzuolo dai suoi occhi dicendole:
"Guarda..."
"Ohhhh... mmmmhh" - si contorce osservandosi
I miei succhiacapezzoli sono efficacissimi, frutto di pochi minuti di sapiente modifica su due siringhe in plastica. Il corpo della siringa privato della punta e capovolto, con il pistone che scorre e può essere bloccato in varie posizioni. L'imboccatura che accoglie il capezzolo è della giusta misura e il risucchio che si crea è veramente tremendo.
Lei apprezza la sensazione, ma continua incredula a spostare lo sguardo tra l'uno e l'altro seno, ornati dalle siringhe modificate che lasciano intravedere all'interno i capezzoli deformati, stirati fino ad oltre due centimetri di lunghezza dall'iniziale centimetro scarso.
Le accarezzo le braccia e il collo, poi la bacio sulle labbra e, spostandomi, provoco il distacco di una delle due siringhe.
"Aspetta! Non muoverti, voglio provare un'altra cosa!" - le ordino
Prendo la pompetta e la posiziono sul clitoride, lei mi guarda quasi con terrore e mi chiede:
"Cosa vuoi farmi?"
"Tranquilla, vedrai..."
Tiro piano il pistoncino, non voglio rischiare di farle male, regolo l'aspirazione in modo da risucchiare dolcemente il bottoncino sensibile, poi comincio a pompare ritmicamente e con regolarità. Stringe le gambe, piega le ginocchia, contrae i muscoli e il suo ventre è percorso da onde e tremori, stà godendo, un potente orgasmo l'attraversa mentre ulula come una cagna infoiata.
Non resisto più, tolgo ogni aggeggio e la penetro sentendo tutta l'urgenza dell'eccitazione del momento, la penetro in profondità, con spinte potenti guardandola negli occhi, occhi sbarrati per la sorpresa e l'incontenibile piacere, occhi che si chiudono nell'estasi o che sembrano persi tra gli spasmi del godimento più intenso. Godimento che fà il paio con il mio piacere, un calore che mi brucia e mi confonde, che si impossessa delle mie membra e comanda il delirio dei nostri corpi intrecciati. Scintille, esplosioni, lava rovente che scorre nelle vene e incendia ogni cellula, ogni muscolo, ogni terminazione nervosa. Mi svuoto dentro di lei emettendo suoni sconnessi, mi stringe tra le sue braccia con forza, sì, si è liberata dalle catene virtuali al momento giusto per godere appieno di quest'attimo di paradiso.
Riemergiamo insieme dall'abisso, l'espressione beata e il respiro che torna lentamente al suo ritmo normale. Siamo abbracciati, felici, accaldati e stanchi, ma continuiamo a scambiarci innumerevoli teneri baci.
(continua)
INCONTENIBILE
Continuiamo a scambiarci innumerevoli teneri baci, come posseduti da un'incontenibile allegria, sorridiamo e ci baciamo in un continuo scambio di sguardi e carezze.
"Sei una forza della natura, un'incontenibile energia che si libera facendo sesso, scopare con te è un'esperienza esaltante..."
"Grazie Andrea... ma è tutto merito tuo, riesci a farmi godere così... così intensamente, che mi sembra di essere travolta da un tornado, e mi sento realmente libera da ogni vincolo, libera e felice di vivere questi momenti di completa follia..."
Continua a baciarmi e a leccarmi le labbra, mi lecca tutta la bocca e io tiro fuori la lingua a sorpresa, per incontrare la sua, per cercarla e assaporarla ancora, sfiorando ora i suoi denti perfetti, ora il suo naso impertinente, ora il suo mento piccolo e ben disegnato. In effetti tutto il suo volto sembra un disegno, un'opera d'arte che ricorda il viso di una bambola di porcellana, di quelle vestite con abiti ottocenteschi che si usava tenere nelle camere da letto di una volta.
Un viso così dolce e tenero, quasi infantile e angelico, che faccio fatica a volte ad associare alla donna affamata di sesso e perversione che si sta rivelando ogni momento di più, più della scorsa volta, più di un momento fà, più di ogni possibile immaginazione.
Ma anche io mi stupisco di me stesso, sempre alla ricerca di novità e di occasioni per elevare l'eccitazione ai massimi livelli, e oggi voglio superare me stesso.
"Le sorprese non sono finite, sei pronta per un nuovo round? Solo che ora voglio da te una partecipazione più attiva..."
"Dimmi tutto Andrea, sono pronta, cosa devo fare?"
"Dovrai fare uno spettacolino per me, usando questo..."
Pronunciando quelle parole esibisco un pacchettino, prelevato anch'esso dalle tasche del mio giubbotto.
"Uhmm... interessante, vediamo..."
Scarta rapidamente la scatola, la scritta svela subito il contenuto: DUREX PLAY DELIGHT, si tratta di un vibratore piccolo piccolo, di colore viola.
"Aspetta, vediamo se c'è già la pila..." - Le dico aiutandola - "Ecco, si accende dal pulsantino..."
Il piccolo oggetto prende vita, vibra intensamente emettendo un discreto ronzio, ma facendo sentire nettamente la sua azione tra le dite che lo stringono.
"Ora tocca a te, non so se ne hai mai usato uno così, ma voglio che tu ti masturbi davanti a me, io non farò nulla, voglio solo guardarti!"
Un lampo nei suoi occhi, si morde un labbro, fà due passi indietro fino a sedersi sul letto, io mi accomodo nella poltroncina di fronte. Osserva interessata l'oggetto vibrante, quasi a volerne studiare le possibilità, poi lo lecca e se lo passa sul collo scendendo rapidamente verso i seni.
Sfiora i capezzoli ancora sensibili e arrossati dalla suzione delle pompette, le sfugge un gemito, insiste, sembra scossa da una scarica elettrica, anche la mia erezione sussulta a quella vista.
Ora si fà forza e sale decisamente fino al centro del materasso, le ginocchia vicino al petto e le braccia intorno alle gambe per tenerle ben aperte e mantenersi in posizione. La vagina è spalancata e già lucida di umori, ma lei la apre ancor più decisamente tenendo le labbra stirate con due dita, avvicina lo stilo viola proprio nel centro. Io sbarro gli occhi per l'eccitazione, mi sembra di sbavare, e il cuore rimbalza come impazzito nel mio petto.
Lo spinge proprio lì, sul clitoride seminascosto, geme immediatamente di piacere, spinge ancora e lo fa scorrere tutto intorno, poi in basso, saggia l'entrata ma lo ritrae subito, torna a premere in alto, mugola come una gatta volgendo la testa all'indietro. Tutto il suo corpo è teso e scosso da ondate e spasmi, persino le dita dei piedi sembrano arricciarsi dal profondo godimento, mentre le ginocchia si avvicinano tra loro a scatti. Spinge e scorre il diabolico oggetto guidata dall'orgasmo che la coglie improvviso facendola urlare e mugolare a più riprese.
"Caspita com'è efficace quell'aggeggio" - penso, e mi ritrovo a scorrere la mano lungo la mia asta bollente e pulsante di desiderio.
Non mi ero accorto di farlo, mi sto toccando piano e sono tutto teso, ogni muscolo sembra pronto a scattare, o forse scoppiare per la forte pressione. Soprattutto sembra scoppiare il mio desiderio di lei, il desiderio che sento tra le mie dita, duro, liscio, proteso verso l'alto come una molla d'acciaio.
I miei occhi sono incatenati all'oscena visione che ho davanti, il suo corpo voglioso, le sue gambe aperte e la sua vagina ancora percorsa dagli spasmi dell'orgasmo, ma già nuovamente stimolata per la presenza del piccolo vibratore sempre in azione.
Non resisto, mi avvicino e lo sottraggo al suo controllo, voglio essere io a spingerlo dentro di lei, la faccio stendere e comincio a passarlo tra le sue labbra rese viscide e fradice dalle copiose emissioni di umori. Con una mano continuo a masturbarmi, mentre l'altra costringe il vibratore in piccoli cerchi, premendo ora sopra ora a lato del clitoride, provocando in breve altri orgasmi e altri tremori, in un continuo rincorrersi di piacere.
Avvicino la bocca, voglio assaggiarla ora, caldissima e tremante, vibrante per il motorino magico. Appoggio la lingua proprio alla base del clitoride mentre lo sfioro sulla punta, sento le rapide oscillazioni fin nel cervello e proprio in quel momento un altro orgasmo la travolge e le sue cosce mi intrappolano la testa, non posso far altro che leccare e godere con lei del magico momento.
Mi sento vicino ad esplodere a mia volta, mi alzo e offro la mia erezione alle sue attenzioni, subito mi accoglie in bocca e comincia a succhiare e leccare con foga, guardandomi negli occhi con malizia, esprimendo una specie di urgente ingordigia. Il mio membro entra ed esce dalla sua bocca, strusciando sulla lingua e portandomi rapidamente al punto di non ritorno, sono fuori di testa e mi tiro fuori segandomi come un matto, vengo schizzando sulle sue tette e strusciando la punta sui suoi capezzoli, spalmando il liquido caldo e vischioso tutto intorno, infine lo riavvicino alle sue labbra.
Lo riprende in bocca e lecca il glande unto del mio seme, lo assapora come fosse la più golosa delle creme, il dolce più desiderato del mondo. Succhia con forza, cercando di estrarre le ultime gocce esaltando così il mio già immenso piacere. A tratti lo appoggio nuovamente al suo seno, lo intingo nelle gocce più evidenti per poi offrirlo nuovamente al suo assaggio. Infine mi rilasso e trovo posto su letto al suo fianco, l'abbraccio e la bacio sulla bocca spingendomi ad esplorarla con la lingua per assaporare i sapori mescolati del nostro piacere.
"Resta qui con me" - mi implora
"Veramente si è fatto tardi... posso restare altri dieci minuti, e sarà il caso di farci una doccia"
Non sembra convinta, soprattutto non mi pare decisa a lasciarmi andare, continua a stringere forte le sue braccia intorno a me, affondando la faccia nell'incavo tra il mio collo e la spalla. Provo a muovermi, a divincolarmi, infine le prendo il volto tra le mani e finalmente riesco a sollevarlo e guardarla negli occhi, piange.
"Che succede amore, piangi... a cosa pensi?"
"Non mi chiedere nulla, ma mi sento così... così sbagliata! Non voglio più vederti, ho bisogno di stare da sola con i miei problemi, con le mie paure... solo così, forse, avrò il coraggio di affrontare veramente la vita!"
"Ma cosa dici! Perchè! Ho fatto qualcosa di sbagliato? Non capisco..."
"Non sei tu il problema... tu sei perfetto e sei stato sempre così gentile, premuroso, un vero amico sincero, ma sono io il problema, ti prego non insistere, ho bisogno di una pausa con te, con me stessa, con il mondo intero... non so se mai ci rivedremo"
"Tesoro... io voglio solo il tuo bene, e se questa è la tua decisione... l'accetterò, anche se mi costa tantissimo, mi addolora immensamente..."
Mi gira la testa, non sono sicuro di comprendere compiutamente quello che stà succedendo, non vuole più rivedermi e non ne comprendo il motivo, eppure mi sembrava che fossimo una coppia perfetta, amanti perfetti, complici affiatati e in sintonia in questi nostri momenti... ecco, appunto, momenti... mi accorgo di aver centrato il problema, credo.
Come può una persona accontentarsi solo di alcuni momenti ogni tanto? Come si può definire perfetta una relazione basata sulla discrezione, il segreto, il combaciare di menzogne e sotterfugi per poterci incontrare, in un hotel o un B&B ?
Mi sento crollare il mondo addosso mentre mi vesto, mentre guardo lei che quasi scappa via da me, da questa stanza che ci ha visto tante volte uniti, tante volte attorcigliati in passionali performance, memorabili amplessi che ricorderò per sempre.
Allaccio le stringhe delle scarpe e scopro prospettive già viste, controllo di non aver scordato nulla in giro e raccolgo tra le lenzuola le pompette e il vibratore ancora bagnato di lei, con rabbia avvolgo ogni cosa nel sacchetto di carta che li conteneva, finiranno nel cassonetto qui vicino. Mi sistemo il collo della camicia, infilo il giubbotto e inspiro per l'ultima volta l'aria di questa stanza, odorosa di sesso, ma ormai intrisa di pesante malinconia.