La mimosa è già appassita nel suo involucro di cellophane, regalo a tutte le donne dal proprietario della pizzeria. Ho passato la serata così, con le amiche, come tutti gli anni. Abbiamo riso tantissimo, siamo le solite cinque inseparabili amiche di sempre. Io, Anna, ho 32 anni e sono la più giovane, forse anche la più sfortunata. Un figlio di 15 anni testimonia i miei errori di gioventù, puntualmente confermati dal fatto che mio marito (matrimonio riparatore...) mi ha lasciata dopo pochi anni di vita turbolenta. Ora ho un compagno, conviviamo per convenienza. Lui vuole una donna premurosa, che l'attende a casa con un piatto di spaghetti sul tavolo e le camicie stirate nell'armadio. Io ho voglia di normalità, sicurezza, il suo lavoro dignitoso ci permette di tirare avanti, e mio figlio ha bisogno di una situazione tranquilla dove crescere e prepararsi alle dure sfide della vita. Proprio oggi sono sola in casa, lui è fuori da due giorni per incontrare dei clienti fuori regione, la mezzanotte è passata da un pezzo e io mi sento come frastornata, per le tante risate e forse per quella birra speciale. Di solito non bevo, ma la serata particolare e la compagnia, l'incitazione delle mie amiche, il boccale gratis offerto a tutte le donne insieme alle mimose, insomma mi sono scolata una birra media al posto dell'aranciata. Mio figlio dormirà a casa di un amico e io qui, sola, ho come un senso di vuoto, di attesa, di malinconia.
Mi spoglio rapidamente, mi metto il mio pigiama preferito, pantaloni corti e maglietta comoda. Fa caldo qui in casa, perchè il riscaldamento funziona ancora, mi sono scordata di programmarne lo spegnimento. Mi dirigo verso il bagno, devo ancora struccarmi prima di andare a dormire, ma sento un'auto fuori la porta, si ferma e spegne il motore, una stretta allo stomaco mi blocca il respiro, il campanello suona con un ritmo che conosco bene, due squilli, poi un terzo a breve distanza. Apro, è Nicola, il mio amante segreto. "Sei matto? cosa ci fai qui?" - quasi lo assalgo. "Non resistevo all'idea di non vederti neanche oggi, sono tre giorni che mi fai soffrire" - "sai che ho avuto da fare! Ma presentarti qui a quest'ora, è rischioso, può vederti qualcuno... entra!" La porta si chiude, le sue labbra sono già sulle mie, Mi soffoca con l'impeto dei suoi baci, baci meravigliosi, intensi, appassionati, gustosi. Sembra che non mi veda da secoli, quando invece sono solo tre giorni da quando siamo stati al motel. In effetti anche io ho voglia di lui, una voglia pazzesca, ricambio i suoi baci e mi stringo a lui in un abbraccio che è già un groviglio, voglio sentire il suo corpo sul mio e l'abbigliamento succinto, le gambe nude e la maglietta leggera esaltano questo primo contatto. Gli tolgo il giubbotto, gli sbottono la camicia, lui non smette di baciarmi, sulla bocca, sul collo, su ogni angolo della faccia, labbra, fronte, orecchie. Il suo abbraccio è già audace e insinua le sue mani ad accarezzarmi la schiena nuda. Mi toglierà la maglietta a momenti, ne sono sicura. Ma in un attimo si abbassa, l'allarga da sotto e ci entra dentro con tutta la testa, si infila per bene, mi trovo con le spalle al muro e lo lascio fare divertita. Sento il suo respiro caldo sulla mia pelle, comincia a baciarmi il ventre, l'ombelico, risale piano con una serie di piccoli baci, il percorso è chiaro, si trova ora al centro del mio petto. Gli stringo i seni sulla faccia, quasi a volerlo soffocare, sento le sue guance lievemente ruvide per la barba che spunta già dopo tante ore dalla rasatura mattutina. Lui risponde aprendo la bocca, mi lecca subito lì in mezzo, poi si dirige verso un capezzolo disegnando curve armoniose con la punta della lingua. Lo trova, dice sempre che impazzisce per i miei capezzoli, piccoli, ben disegnati sulla mia terza misura, subito duri per l' eccitazione di quel sublime trattamento. Lo prende in bocca e succhia avido la mia morbida carne, lo trattiene tra le labbra e lo tortura con la lingua, lo stringe, ci gira intorno, lo spinge e lo tira, io sono eccitata da morire, trattengo a stento i miei sospiri. Ora usa anche le mani, mi accarezza i fianchi, poi stringe l'altro seno, quello che non gode per la sua bocca gode ora per la sua mano, mi massaggia, mi impasta quasi fossi un pane da infornare, stringe il capezzolo tra le dita, e struscia intanto con tutta la faccia in mezzo a quel paradiso, come lo chiama spesso. Ora mi sta abbracciando forte, mi solleva di peso, mi sposta, capisco dove vuole andare. Non muscoloso il mio Nicola, ma io sono abbastanza magra e minuta, ce la farà portarmi di là, pochi metri verso la camera da letto. "Piano, un po' più a destra, avanti così" - lo dirigo con semplici istruzioni, perchè chiaramente non vede nulla con la testa infilata nella mia maglietta. "Siamo arrivati, posami sul letto ora" - e con un tonfo mi ritrovo al centro del materasso. Nicola mi guarda estasiato, tutto spettinato e con la camicia aperta, e tutto rosso per lo sforzo di aver portato il mio corpo fin qui. O forse perchè è troppo eccitato? Mi fiondo su di lui, seduta al bordo del letto gli slaccio i pantaloni, abbasso anche gli slip, il suo membro eretto si presenta orgoglioso all'altezza dei miei occhi, turgido, pulito, percorso da grosse vene in superficie, con il glande lucido, rotondo, bellissimo. Lo prendo con una mano, lo avvicino al mio viso, lo appoggio ad una guancia. Sembra un ferro rovente per come è caldo, lievi pulsazioni lo percorrono facendolo vibrare, è vivo, sensibile di proporzioni perfette, lo voglio. Lo bacio sulla punta, lo lecco, lo accolgo tra le mie labbra strette facendolo avanzare piano, e mentre entra lo avvolgo con la lingua, bagnandolo ben bene di saliva. Lo assaporo, mi riempie la bocca, giro piano la testa per fargli trovare nuovi spazi tra le guance. Comincio un movimento ritmico, su e giù con la testa, strusciando tutta l'asta con la lingua mentre con le mani gli accarezzo le cosce e lo scroto. Lui si ritrae, non vuole godere subito, vuole dedicarsi a me ora. Tolgo ogni indumento e mi stendo, lui mi allarga piano le gambe, è in ginocchio davanti a me, si china a fare quello fa sempre, che gli piace e che gli riesce benissimo. Piace anche a me. Mi lecca. Mi penetra con la lingua e con le mani, alterna le sue arti e mi fa godere. Sempre, dolcemente, in modo meraviglioso. Non so se è il punto G, o il clitoride, o tutto insieme così ben manipolato dalla sua passione, Fatto sta che ci riesce sempre benissimo e che anche lui gode dei miei orgasmi. Gli altri uomini della mia vita (pochi...) spesso non ci hanno mai neanche provato, e chi ci provava desisteva quasi subito. Forse pensano tutti che due minuti siano sufficienti? O forse credono che a noi donne non piaccia ricevere queste attenzioni? E chissà perchè, poi, sono sempre pronti a farselo fare. Nicola è una rara eccezione, confermata da tanti discorsi con le mie amiche, per lui questa pratica è importantissima. Dieci, venti o trenta minuti passano facilmente costellati di mille orgasmi, fiumi di umori finiscono sulla sua lingua, sul suo viso, e lui beve ogni goccia, si bea e si ubriaca. Anche oggi gli orgasmi si susseguono, e il mio cervello si colora di mille sfumature di piacere, il mio corpo sperimenta ogni possibile emozione, scariche di adrenalina e vampate di benefico calore. Ora basta, lo tiro a me e lo guido, la posizione del missionario va bene per non perdere neanche un attimo, per non rompere neanche un secondo la magia di questo momento. Penetra facilmente la mia vagina fradicia, con un colpo è tutto dentro e lo sento fino allo stomaco, comincia a martellarmi con ritmo e nuove scosse percorrono il mio corpo, la mia schiena, le spalle, il collo. Su e giù ora, con forza i suoi fianchi schiaffeggiano le mia cosce, le sue mani mi trattengono con decisione e a tratti si appoggia al mio petto, strapazza i miei seni, riprende a stantuffare. Una smorfia del suo viso accompagna le sue spinte, tendo ogni muscolo per sentire prepotente l'ultimo orgasmo insieme a lui, insieme urliamo il nostro piacere, fuoco potente e violento che brucia le nostre anime e infiamma la nostra unione. Festa della donna? Mai festa migliore per una donna è godere come si deve insieme all'uomo che ama, e non solo l'otto di marzo. Per me quest'anno è stata veramente una gran bella festa. Ma so che Nicola sta già pensando alla prossima volta.