ANNA, ILARIA E LA DISTRAZIONE

ANNA, ILARIA E LA DISTRAZIONE
Ilaria passerà a prendermi alle 10, dopo tante insistenze mi sono fatta convincere ad uscire con lei, sole, andremo a distrarci un pò, come dice lei. Sto facendo proprio un'eccezione per farle piacere, stasera. Non esco mai senza il mio ragazzo Walter, stiamo insieme da sei anni e siamo una coppia solida, ormai diamo tutto per scontato, le amicizie, le uscite, le vacanze insieme, il sesso al sabato sera. Già, il sesso: tutto a posto in fondo, mi soddisfa e sembra soddisfatto dei nostri rapporti. Regolarmente al sabato mi fermo da lui, oppure andiamo al parcheggio in periferia, in macchina, tra tante coppiette che fanno la stessa cosa. Walter è un ragazzo normale, altezza media, magro, non muscoloso e non appariscente. Facciamo proprio una bella coppia normale, anche io sono così, non appariscente, le mie forme generose sono sempre nascoste da maglioni abbondanti e vestiti ordinari, i miei capelli sono lisci, castani, lunghi sulle spalle. Ilaria è la mia migliore amica ed è molto diversa da me, molto più alta, magra e coi capelli biondi, molto spigliata nelle conversazioni e anche abbastanza intraprendente. Ha scelto un locale qui vicino, a Milano. Non c'è mai stata neanche lei, ma le hanno parlato così bene che mi sta trascinando lì quasi di prepotenza. Il locale si chiama "Rock social pub" e la musica che ascolteremo è già evidente nel nome del posto. Il fatto che sia un "social pub" non mi dice niente di particolare, ma Ilaria mi ha spiegato che è organizzato per scambiarsi messaggi tra i tavoli, più o meno similmente a come succede con facebook. Siccome facebook mi piace non credo che avremo difficoltà di sorta. Puntuale Ilaria si presenta a casa mia, è vestita con un miniabito elegantissimo, tacchi alti e trucco perfetto. Mi dice subito: "Anna! Che combini? Non sei ancora pronta? Dai cambiati e sistemati un pò che è tardi!" Ed io : "Guarda che sono già pronta, metto solo un tocco di mascara e possiamo andare..." - "Ma dai Anna! insisti con quei jeans e il maglione che metti ogni domenica da due anni? Non so che tipo di ambiente troveremo, ma potevi impegnarti di più, no?"- "Non mi rompere Ilaria, lo sai che voglio sentirmi a mio agio nei vestiti... e poi non ho altro da mettermi, ormai ho deciso che va bene così".
Ilaria non sembra molto convinta, ma niente potrebbe smuovermi e lei lo sa. Ci avviamo, e dopo un percorso in auto che mi è sembrato non finire mai, arriviamo davanti al locale. Una piccola insegna blu e una scalinata molto bella, in acciaio e vetro, fanno intuire l'interno, arredato in modo modernissimo con schermi piatti dappertutto,  illuminazione led multicolore e bei tavolini sistemati ad arte.
I tavoli in effetti sono schermi touch e la grafica che si presenta è familiare, in tutto simile nel funzionamento ai più noti social network del momento. Pochi tocchi ed ero già connessa, i messaggi cominciavano ad arrivare, richieste di amicizia, commenti e contenuti vari provenienti dagli altri tavoli e dalle salette adiacenti dello stesso locale. Capisco poi che alcune telecamere trasmettono la mia immagine a tutti gli altri utenti, e io posso vederli a mia volta selezionandoli da una griglia. "Ilaria! questo posto è fantastico, voglio venirci con Walter..." - "Ma che dici Anna! non hai capito che dobbiamo divertirci stasera? Non pensare a Walter, ti prego, mi fai venire il malumore!".
Non sono mai andati molto d'accordo Ilaria e Walter, e io ci rimango male quando mi parla così. Ma cosa vuole fare Ilaria stasera? Divertirci va bene, ma cosa avrà in mente esattamente? Mentre penso queste cose il tavolino-schermo si sta affollando di messaggi, e Ilaria sta ordinando da bere facendo gli occhi dolci al giovane cameriere in camicia bianca e cravattino nero.
Un messaggio mi incuriosisce per il tono gentile e la semplicità della proposta: "Posso offrire la consumazione a voi due ragazze così carine del tavolo 23? Chiedo in cambio solo di conoscervi meglio, sono al tavolo 27, giusto dietro di voi". Ilaria legge con me e sbircia al di sopra della mia testa, la sua espressione cambia visibilmente, non so dire se è più meravigliata o divertita. Mi dice: "è bellissimo, non ti voltare... ti assicuro che è bellissimo, ma..." - "cosa c'è? Dimmi Ilaria, non lasciarmi così in sospeso". Mi viene subito in mente il meccanismo delle telecamere e senza indugio seleziono il tavolo 27. No, non può essere, il nostro ammiratore è effettivamente un bell'uomo, elegantissimo in giacca bianca e camicia blu, bei lineamenti decisi, capelli cortissimi e ... pelle nera!
Capisco poi che quella che indossa è una divisa militare, forse della marina, e ci sono anche delle decorazioni! Non ho mai conosciuto persone di colore e non mi va di avere a che fare con extracomunitari che non conoscono neanche bene l'italiano. Ma certo questo qui sembra diverso, chissà... Mille pensieri affollano la mia mente e per un attimo, è come un flash, immagino quale potrebbe essere la sorpresa, la virtù nascosta di un uomo come quello. Immediatamente una vampata di rossore accende il mio viso, e benedico le luci basse e multicolori del locale. Ilaria nel frattempo, forse notando la mia incertezza, ha già risposto al messaggio con un semplicissimo "sì". Pochi attimi e sentiamo al nostro fianco una voce: "Buonasera, mi chiamo John Doe, posso sedermi qui con voi?" - "Certamente!" - risponde Ilaria, e si mette a conversare amabilmente con il nuovo ospite. Effettivamente è un bell'uomo, elegantissimo nella sua divisa, parla un perfetto italiano e ci spiega di essere un tenente della marina USA in missione in Italia. E' stato in varie parti del mondo, parla correntemente 5 lingue e si nota subito la sua cultura superiore e il suo modo di parlare gentile e affascinante. Mi sento ancora in imbarazzo e rispondo a malapena alle battute di Ilaria, decido che è il momento di andare via: "Ilaria, non credi che sia ora di andare? E poi, forse, dovrei chiamare Walter..." e Ilaria: "Ma che dici Anna, è prestissimo, beviamo un altro drink e poi John vuole mostrarci il resto del locale, il privè!" 
Accetto titubante e beviamo il nostro drink, John si allontana per parlare con il direttore del locale. Ilaria si avvicina e mi sussurra all'orecchio: "Anna, non fare la stupida, non ti sei accorta di come ti guarda John? E' pazzo di te! E anch'io voglio divertirmi, se mi rovini questa serata non ti guarderò mai più in faccia!". John è di ritorno e insieme al nostro cameriere ci avviamo verso il fondo del bar, oltre una porta tutta decorata e illuminata. Quando si chiude dietro di noi mi rendo conto che l'ambiente è nettamente diverso, la musica rock è più bassa, ovattata, le luci e gli arredi sono più classici e lussuosi, vari spazi e corridoi ci conducono infine ad una saletta con due grandi divani scuri e vari schermi alle pareti che riproducono video e immagini astratte. Una bottiglia di prosecco è pronta sul tavolino insieme ad alcuni calici, le tende alle pareti si alternano a grandi specchi che  aggiungono un che di intrigante al salottino. Entriamo e Ilaria ci lascia con una scusa, insieme al cameriere va a prendersi un altro cocktail. John è molto gentile con me, mi fa accomodare sul divano, riempie i calici con lo spumante e mi mette un braccio intorno al collo, mi bacia leggermente vicino ad un orecchio. Il suo tocco è delicato, il suo calore si sente forte, il suo profumo è esotico, buono, eccitante. Mi sento come impietrita, anzi mi sembra come se vedessi me stessa dall'alto, abbracciata a John , in balia delle sue avances. Mi piace quella scena, un uomo che si da da fare per me, senza forzature, con dolcezza e sensualità. Non voglio pensare a cosa farebbe Walter vedendomi così, anzi non voglio più pensare a nulla, mi godo la serata e basta. I baci di John si fanno audaci, mi lecca il collo e le spalle, mi prende le mani e mi carezza i polsi e gli avambracci scostando piano le maniche del maglione, mi bacia intensamente sulla bocca ed io ricambio come in estasi. Quei primi istanti mi fanno capire che esiste un altro modo di vivere il sesso, e lo stavo vivendo proprio io, in quel momento e con John. Mi riferisco a due aspetti diversi: la spensieratezza di una serata senza impegni e senza fidanzato e la passione, la dolcezza e la sensualità dei gesti che John sta utilizzando nel suo rapporto con me.
Mi sfilo il maglione e aiuto John ad allentare la cravatta, toglie giacca e camicia e ammiro il suo petto nudo. Non è molto muscoloso, ma è tonico e scattante, si vede che è un tipo attivo, allenato. Mi avvicino a baciarlo, lo abbraccio e lo stringo, percorro il torace e le spalle, mi soffermo sui capezzoli, li bacio e li lecco, il gancetto del mio reggiseno è aperto. Spalline giù, John guarda estasiato la mia quarta misura dicendo "ohhhh!" Si tuffa nel centro, affonda la faccia, afferra con entrambe le mani il morbido davanzale, lecca e bacia avidamente i miei capezzoli duri, mi regala sensazioni celestiali, mi sbottona i jeans senza che io me ne renda conto. Mi libero dai jeans e mi siedo sul divano, lui è davanti a me in piedi. Slaccio la sua cintura, abbasso la zip, mi avvicino e con entrambe le mani abbasso con un solo gesto i pantaloni e gli slip. Meraviglia! Non ho mai visto un pene così bello, lungo, duro, teso come una molla e nero come l'ebano. E' una calamita, la mia bocca a pochi centimetri si avvicina avida, accoglie la cappella, lecca, assapora. Sono come rapita, ubriaca e ipnotizzata, prendo il membro con le mani, massaggio lo scroto, ruoto a fatica la lingua tutto intorno, lo voglio! Lui mi interrompe e mi stende, solleva le mie gambe, ammira il pizzo delle mie mutandine, unico particolare prezioso del mio abbigliamento. Le scosta con un dito esponendo la mia figa, chiusa, timida e pudica, ricoperta da una fitta peluria ricciolina. Senza esitare comincia a leccarla, scoprendo subito che è già bagnata di dolci umori. Sì, sono eccitatissima e la sua lingua è fenomenale. Un muscolo vivo, calda e umida si fa strada tra le labbra, sugge, esplora, penetra come mai nessuno aveva fatto prima, mi fa godere il primo orgasmo veloce, inaspettato, intenso. Mi spingo verso la sua bocca e gli tengo la testa, le contrazioni della vagina si confondono con i movimenti delle sue labbra, lui beve e lecca ogni goccia, non sembra stancarsi mai.
Ora si solleva, punta il suo membro fiero al centro della figa, lo strofina tutto intorno, solletica il clito, comincia a entrare dentro di me, lentamente. Forse il più grosso pene della mia vita, ma sono eccitatissima e lo sento avanzare come una spada rovente nella mia carne: l'effetto è un fuoco che mi divampa nel ventre, raggiunge il cervello, mi blocca il respiro. Procede piano e continua ad accarezzarmi, il seno, il collo, i fianchi e le gambe. Inarco la schiena, spingo anch'io, cerco di favorire il movimento, movimento che comincia e che scava dentro di me, nel profondo della mia anima. Il seguito è stato un susseguirsi di orgasmi, un su è giù mozzafiato, intervallato da pochi colpi decisi, a scolpire il più bello degli amplessi. Alcuni versi scomposti mi escono dalla gola, insieme a più distinte grida di piacere. John è una macchina, la mia macchina del piacere, la mia ferrari lanciata in una folle corsa. I miei occhi ormai non vedono, i miei sensi sono tutti tesi nel susseguirsi degli orgasmi, ma mi accorgo che anche lui sta per venire. Gli faccio cenno che sono pronta, lo voglio su di me, lo attiro nell'attimo cruciale e lui si sfila, lucido, bagnato, animato da forza magica lo vedo esplodere con i suoi spruzzi rapidi, caldissimo seme sulle mie tette, sul collo, sul ventre, gocce di lava incandescente. Istintivamente lo assaggio, è buono e io sono pazza, ubriaca, e appagata al massimo. Ci abbandoniamo sul divano ora, con il respiro ancora affannoso, abbracciati e stanchi, felici e rilassati. Mi volto alla ricerca dei bicchieri, prenderei volentieri un altro sorso di quel prosecco, scopro un piccolo telecomando tra i cuscini con su scritto "luci".
Incuriosita lo aziono e cala l'oscurità nella stanza. In effetti non è proprio un buio completo, ma da quello che sembrava uno specchio sulla parete laterale entra una strana luce. Mi alzo a controllare e capisco tutto: è un vetro semiriflettente! A seconda della luminosità ambientale si comporta come specchio o come semplice vetro scuro e... nella stanza a fianco alla nostra vedo Ilaria che scopa allegramente con il suo cameriere! Mi rivolgo a John divertita: "Ma tu sapevi di questi specchi tra le stanze?" - e lui - "sì, certo, anzi credo che la tua amica Ilaria si sia goduta lo spettacolo poco fa"
Non so se ridere o essere contrariata della cosa, in effetti ora io sto guardando lei... lo spettacolo è veramente eccitante e siccome stanno facendo una "pecorina" molto intensa (l'espressione di Ilaria è molto eloquente) quasi quasi mi sta venendo nuovamente una voglia pazzesca. Non mi serve parlare o chiedere nulla, John è già dietro di me, e il seguito lo potete immaginare. Mi sono ritrovata all'uscita con Ilaria dopo un tempo infinito, ci siamo dirette alla macchina barcollando, quasi non avevamo il coraggio di parlare. In mezzo ad una risatina isterica le ho chiesto: "Ma tu, sapevi che tipo di locale era questo? Pensavi già a questo tipo di distrazione quando  mi hai invitata?" e Ilaria: "Assolutamente no, credimi, pensavo di conoscere qualche nuovo amico, ma non sapevo certo del privè così ben organizzato... e non pensavo di scopare così... subito e... meravigliosamente! Ora però toglimi una curiosità, cosa pensi di Walter in questo momento?"  
Senza pensarci un attimo le rispondo urlando: "Non mi importa niente di Walter ora! Gli ho messo le corna e ben gli stà, ho scoperto il vero sesso stasera e frequenteremo questo locale ogni settimana, vero?" Le risate gustose continuarono a lungo quella sera, e sovrastarono il rumore della macchina cancellando ogni altro pensiero.